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Gneo Pompeo Strabone

Testo da rivedere copiato da Lodi on line

 

 

Gneo Pompeo Strabone (I secolo a. C.), console romano. Uomo ricco e spietato originario del Piceno, entrò in modo deciso nello scenario politico di Roma, durante il "bellum sociale", assumendo il ruolo di comandante delle operazioni nel nord dell'Italia. Si concentrò in modo particolare nell'assedio di Ascoli, la città da cui aveva preso origine la guerra e in cui erano stati massacrati tanti cittadini Romani. Nell'anno 89 a.C., quando aveva assunto la carica di console, riuscì finalmente a mettere fine alla resistenza di Ascoli; per questa vittoria pretese di celebrare il Trionfo. Fece approvare la legge "pompeia", che concedeva i diritti latini agli abitanti della Gallia Cisalpina, procurandosi così una vasta clientela. Anche dopo la fine della guerra sociale mantenne attivo l'esercito che aveva guidato, trasformandolo in un esercito personale. Si rifiutò di riconoscere il nuovo governo popolare e morì quando stava cercando un accordo con Lucio Cornelio Cinna. Suo figlio Pompeo il Giovane, che passerà alla storia come Pompeo Magno, utilizzò le sue ricchezze e il suo esercito personale, per affiancarsi a Lucio Cornelio Silla nella guerra civile. Come detto sopra, a Pompeo si deve la norma che riconosceva nuovi diritti alla popolazione della Gallia Cisalpina. Così, quando l'antico villaggio gallico adagiato tra il Sillaro e l'Adda divenne colonia latina (88 a.C.), i lodigiani, grati, avrebbero intitolato la città prorio al console con il toponimo di Laus (lode, dall'antica Alauda) Pompeia ( a Pompeo). Nella Lodi nuova non si volle dimenticare la riconoscenza verso il console romano e venne posto, sul fronte del Palazzo Comunale, nell'attuale Piazza della Vittoria, all'angolo con corso Umberto, un monumento con iscrizione latina che perpetua nei secoli la memoria di Gneo Pompeo Strabone.