Le Chiese

Basilica dei XII ApostoliBasilica dei XII Apostoli San Bassiano
Basilica Preziosa testimonianza dell'architettura romanico-lombarda, maestosa e sobria, come solo gli autentici gioielli possono esserlo, conserva il fascino dei secoli nel silenzio di quella dimensione spirituale che pervade ogni selciato, ogni ripa, ogni prato della campagna bassaiola. La Basilica di San Bassiano o dei Dodici Apostoli (monumento nazionale dall'11 giugno del 1875) da lontano appare come un'oasi di mattone in un oceano di verde.
La Basilica
Nella stagione invernale, le sfumature della rossa pietra di facciata sono stemperate dalla foschia che sale dai fossati e dalle rogge: quando il sole fa sorridere i campi di granturco, invece, il tempio patronale si staglia in quel cielo di Lombardia, "così bello quando è bello", per dirla col Manzoni.

Secondo la cronaca di Anselmo da Vairano, alla consacrazione della Basilica, voluta da Bassiano il primo gennaio del 387, intervennero Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, San Felice, vescovo di Como. Ma è impossibile, oggi, individuare nel tempio elementi che lo riconducano ad un esempio architettonico del quarto secolo.

Nel 413 il corpo di San Bassiano, patrono di Lodi, fu sepolto nella sua Basilica, che da allora ne assunse il nome. I segni di un restauro avvenuto sulla struttura architettonica prima della ricostruzione del 1300 sono visibili all'ingresso, a destra, probabilmente da ricondurre al periodo di Andrea vescovo. La parabola discendente della Basilica iniziò con la definitiva distruzione di Laus, dopo l'anno 1158. Fino ad allora il tempio patronale aveva retto ad ogni attacco, anche alla terribile ondata del 1111. "Restò sola tra tutte le chiese intatta quella di San Bassiano... - scrive, nel suo Discorso, Defendente da Lodi - anch'essa polluta... con sangue sparsovi". La rinascita, per mano del Consiglio Generale della città di Lodi, con il consenso del vescovo fra' Leone Palatino e dei signori di Lodi Giacomo e Sozzo Vistarini, venne nel quattordicesimo secolo, periodo a cui si può ascrivere lo stile con il quale venne realizzata la facciata del tempio.

Nei secoli la Basilica dei Dodici Apostoli visse alti e bassi continui: a venti anni di distanza dal decreto ministeriale del 1875, con cui quello di San Bassiano fu registrato fra i monumenti nazionali, le autorità decisero di chiuderla al pubblico. Solo un profondo restauro ha poi reso possibile la rivalutazione della Basilica, oggi giustamente considerata tra le "vetrine" d'arte del Lodigiano.

Alla Basilica si giunge comodamente in automobile, sulla strada provinciale Lodi - Lodi Vecchio - Salerano sul Lambro, o, altrettanto comodamente, in bicicletta, lungo la suggestiva pista ciclabile, parallela alla stessa provinciale, che collega Lodi con il sistema di percorsi ciclabili di Lodi Vecchio. Andando verso l'antica Laus dal capoluogo lodigiano, guardando a sinistra si intravede ergersi il magnifico tempio nel cuore agricolo comunale che lo incastona e lo protegge. 



Chiesa San Pietro


Tra gli edifici più antichi arrivati quasi integri fino a noi, c'è la Chiesa parrocchiale di San Pietro, parte della omonima abbazia Benedettina che fu, dopo la distruzione, il cuore pulsante della rinascita di questo territorio.

L'Abbazia benedettina di S. Pietro e la sua Chiesa

La storia della chiesa di S. Pietro, che diventer à la parrocchia di Lodi Vecchio, è molto ricca, lunga da raccontare, per i tanti fatti che le sono legati.

La tradizione vorrebbe che, sul luogo di un antico cimitero romano posto fuori dalle mura di Laus Pompeia, si radunassero dei cristiani in preghiera attorno ad un altare; la leggenda lo direbbe addirittura eretto dagli Apostoli Giovanni e Giacomo. Questo altare, di legno di cipresso con una mensa di alabastro, attorno a cui fu costruita la chiesa, sarebbe stato riconsacrato nel 327 da 5. Silvestro.

Al di là delle leggende, piùo meno interessate, divulgate dagli stessi monaci, è da ritenere che la chiesa sia stata costruita solo dopo la concessione della libertà di culto per i cristiani, avvenuta con l'editto di tolleranza del 313; per cui la data di riconsacrazione dell'altare potrebbe coincidere con quella dell'avvenuta edificazione della chiesa.

Essa dovrebbe essere stata costruita a forma di croce latina, con l'altare maggiore dedicato a S. Pietro; si viene a conoscere poi di un altro altare dedicato a S. Maria, posto nel braccio sinistro della chiesa, consacrato, secondo la leggenda, il 12 ottobre del 380. Nel braccio di destra fu posto, in epoca imprecisata, un altare dedicato a S. Michele Arcangelo che, per questa singolare dedicazione, dovrebbe essere stato consacrato durante il periodo longobardo, comunque solo dopo l'VIlI secolo.

In quegli anni la chiesa deve aver assunto una certa importanza, infatti la vedremo avere un suo preposito, attorniato da diversi chierici raccolti in collegiata.
Durante il IX secolo, nella conduzione della chiesa deve essere accaduto qualcosa di non chiaro, perchè nell'832 il vescovo di laus Eriberto, ed alcuni chierici di S. Pietro tra cui Ambrogio e Guidestro, chiesero all'imperatore Lodovico il Pio la trasformazione della Chiesa in abbazia benedettina.


Cappella Santi Naborre e FeliceCappella Santi Naborre e Felice

Non lontano dalla Basilica dei Dodici Apostoli sorge la cappella votiva dedicata ai Santi Naborre e Felice, i due martiri cristiani decapitati nei pressi del fiume Sillaro. Una grande cancellata in ferro battuto difende un affresco che risale alla prima metà del seicento. A poca distanza dal già ricordato conventino si erge palazzo Rho, una costruzione nobiliare di campagna del diciottesimo secolo, meglio conosciuta come "el palasòn", con scalinate a forma elicoidale, soffitti in legno intarsiato a mano e balconcini in ferro lavorato.
Questa cappella sorge al lato del fiume Sillaro. Fu restaurata nel 1836 a compimento di un voto per la fine di una terribile pestilenza di colera che aveva imperversato quell'anno. Terminati i lavori venne incaricato il pittore Ferrabini di dipingerne l'interno. Fù di nuovo restaurata nel 1957.


Cappella Madonna della VallettaCappella Madonna della Valletta

Non lontano dalla Basilica dei Dodici Apostoli sorge la cappella votiva dedicata ai Santi Naborre e Felice, i due martiri cristiani decapitati nei pressi del fiume Sillaro. Una grande cancellata in ferro battuto difende un affresco che risale alla prima metà del seicento. A poca distanza dal già ricordato conventino si erge palazzo Rho, una costruzione nobiliare di campagna del diciottesimo secolo, meglio conosciuta come "el palasòn", con scalinate a forma elicoidale, soffitti in legno intarsiato a mano e balconcini in ferro lavorato.
Questa cappella sorge al lato del fiume Sillaro. Fu restaurata nel 1836 a compimento di un voto per la fine di una terribile pestilenza di colera che aveva imperversato quell'anno. Terminati i lavori venne incaricato il pittore Ferrabini di dipingerne l'interno. Fù di nuovo restaurata nel 1957.